PARLIAMO DI VACCINI
introduzione storico-normativa
DI FRANCESCO MURANA - Prima di passare la penna a chi tratterà la questione “vaccini” dal punto di vista scientifico, vorrei soffermarmi per qualche riga sulle modalità che hanno portato alle novelle legislative ancora in itinere (in realtà si tratta di un ritorno al passato), che tanto clamore hanno creato.
L’obbligo vaccinale nasce
all’incirca mezzo secolo fa, e a ruota è stato seguito dalla normativa in
materia di medicina scolastica. Mi riferisco al D.P.R. n. 1518 del 22 dicembre 1967, che all’art. 47
stabiliva: “I direttori delle scuole e i
capi degli istituti
di istruzione pubblica o privata
non possono ammettere alla scuola o agli esami gli alunni che non
comprovino, con la presentazione
di certificato rilasciato ai sensi di legge, di essere stati sottoposti alle
vaccinazioni e rivaccinazioni obbligatorie”.
Il 23 settembre 1998,con una circolare interministeriale, i Ministeri della Sanità e della Pubblica
Istruzione sancivano che, alla luce della “più recente normativa in materia di
semplificazione amministrativa” doveva prevedersi che i certificati relativi
alle vaccinazioni obbligatorie fossero acquisiti d'ufficio dalle segreterie
delle scuole, dopo indicazione, da parte dell'interessato, dell'Azienda
sanitaria competente per il rilascio.
L’anno successivo, col
D.P.R. n. 355, si giunse alla decadenza dell’obbligo vaccinale per l’iscrizione
a scuola.
Negli anni, anche a
causa del decentramento del sistema sanitario, le Regioni e le Asl hanno acquisito
la responsabilità di garantire il diritto alla prevenzione vaccinale, pur
concordando col Ministero della Salute una strategia nazionale. Le differenze che
si sono venute a creare nell’offerta vaccinale fra le diverse Regioni, sono
state comunque superate grazie all’inclusione nei L.E.A. (Livelli Essenziali di
Assistenza) di tutti i vaccini, sia quelli obbligatori che quelli raccomandati,
previsti dal Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019.
Perché allora stiamo
assistendo ad un ritorno al passato, col ripristino dell’obbligo di vaccinare
gli alunni, pena, fra l’altro, l’impossibilità di iscrizione a scuola? Stiamo
vivendo una fase di emergenza?
Il Presidente del
Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni, ha affermato che “oggi non siamo in
emergenza, altrimenti la Ministra della Salute agirebbe con ordinanze, ma
vogliamo evitare di andare in quella direzione”. Il cambio di rotta in realtà è
fondato sull’allarmante calo del numero di vaccinazioni sotto la soglia minima
raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per la cosiddetta “immunità
di gregge”, che è pari al 95% della popolazione.
Attualmente le
vaccinazioni obbligatorie sono quelle antidifterica, antitetanica,
antipoliomelitica e antiepatite virale B, le altre sono raccomandate.
Ad oggi, il testo del
decreto è passato all’esame del Senato in una versione più soft grazie ad
alcuni emendamenti. Il numero dei vaccini obbligatori è sceso da 12 a 10 (poliomielite,
tetano, difterite, epatite B, hemophilus influenzae B, pertosse, morbillo, parotite,
rosolia e varicella) e le sanzioni vanno da 500 € a 3.500€ (prima la sanzione
massima ammontava a 7.500€).
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PARLIAMO DI VACCINI
il punto di vista scientifico
DI VALENTINA PROVENZANOil punto di vista di una mamma
DI VALENTINA PASSARIELLOFRANCESCO MURANA - Penalista palermitano con tante passioni che vanno dal pianoforte, alla scrittura, passando per il teatro, il video editing ed il doppiaggio. Volontario della Croce Rossa Italiana dal 2004, è stato fra l’altro impegnato per oltre tre mesi nelle operazioni di soccorso della popolazione abruzzese colpita dal sisma del 2009. Dal 2010 ha approfondito lo studio del Diritto Internazionale Umanitario e nel 2012 ha conseguito il titolo di Consigliere qualificato DIU per le Forze Armate, per le quali svolge attività di docenza. Nel 2013 si è specializzato in International Disaster Response Law presso l’International institute of humanitarian law e dal 2015 è docente nei corsi delle allieve Infermiere Volontarie della C.R.I..
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